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STORTA che volta a quel colore, perchè usauo i Cinesi mescolare nella vernice ordinaria una tinta tratta da una pietra giallastra . A tempo del Missionario usavano i Cinesi contraffa ria, per venderla con maggior lucro come d’antica fabbrica (a) (i). XIV. Se cadono le città, cadono i regni, e danno vita a nuovi regni, a nuove citta, anche le arti sono percosse dall’instabilità dell’utnane vicende, perciò peregrinante è l’industria,e si ritira d’una contrada,per domiciliarsi in un altra: ed avvenne che mentre s’assonnò l’industria in Italia, si suscitò in altre contrade, ed ivi si volsero a fabbricar la porcellana. Il Bonanni (//) rammenta la fabbrica di Delft in Olanda, ove se ne faceva con tale industria, che a coloro che non ne avevano gran pratica poteva parer della Cina. Soggiunge,che a quella non cedeva in leggerezza, in bellezza, fu fabbricata nella Borgata di San Clodovado presso Parigi, detta volgarmente Saint-Cloud, che si pitturava inazzurrino a fiori, frondi ed uccelli, luogo ove può dirsi che avesse cuna la tanto celebrata fabbrica di Sevres. XV. Ma queste imitazioni erano di tenero,cioè di pasta nella quale fu sostituita la fritta al petunse,come usò il Granduca: perciò non erano di una porcellana, come la cinese. L’onore dell’invenzione delia vera porcellana è dovuto all’emula della Toscana, alla dotta, all’ ingegnosa Sassonia. Per avere accurate notizie intorno al vero scopritore di questa porcellana, essendomi nota per segnalate prove, la gentilezza e cortesia che nella beata contrada, dal trono si diffonde fino ai più umili abituri, mi rivolsi al dotto, ed obbligantissimo sig. Hempel, Bibliotecario di S- (a) D. Entrecol. 1. c. p. 225. (b) 1. c. p. 218. (i) Nel Museo Targioni sino due scodelle di tal fazione provenienti dalla R.Galleria,avanzo probabilmente del fornimento donato al Magnifico : ambedue so a verdastre una più cupa dell’altra; sul fondo d’una vi è a rilevo il Dragone Cinese. L’ altra è a fiori color, sopra colore . Descrive 1’ Entrecolles come si eseguiscano quei disegni. Usano i Cinesi, tornito il pezzo , di dipingervi a piacimento colla vernice composta di Hoa-che stemperata nell’ acqna . Asciutto il pitturato tuffano il pezzo nella vernice comune, che nel vetrificarsi lascia trasparire il dipinto di tinta più cupa . Un frammento di questa porcellana di quel Museo dà a divedere che ne è la pasta color bianco sudicio, vetrigna, granellosa , cui la vernice dà il color verdognolo: la vernice ne è assai densa, e un poco diafana, ma non in guisa da lasciar trasparire il colore della pasta . Parla di questa porcellana ma di color giallo, che si fabbricava per la Corte a Feuleam , il Padre Martini nell' Atlante Sìnico ( Edit. Lat. p. 86. e 87.) . Dopo aver rifiutata 1* opinione che la pasta fosse composta delle spoglie delle porcellane soggiunge: » quae colore illinuntur crocco » yariis draconum figuris illusae suut, regio destinantur pahtio >> .