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cxxiv STORIA

2. Profezia di Fra Tommasuccio da Nocera.
3. Viaggio al Sepolcro di S. Maria Maddalena.
4. Profezia di un Romito.
5. Esposizione fatta in Concistoro Segreto.
6. Orazione di Messer Filippo Magalotti, ambaciatore al re Ladislao.

Questo Testo è totalmente di lezione diversa dall’Ottimo, e dal Pucciano. Alcuni capi vi sono fuor di luogo. E per quanto contenga un’abbreviazione del Milione, la credo fatta su copia ritocca da Marco Polo dopo il suo ritorno in Venezia dalla prigionìa di Genova. In questo testo è un capo di più, relativo alla guerra, che fece il Gran Can al Regno di Mieu, che dovrebbe precedere il cap. 104 del Testo che pubblichiamo. Noi lo abbiamo inserito nella nostra stampa (t. I. p. 117.). Leggesi nell’edizione Ramusiana sebbene di altra dettatura (Lib. II. c. 42.). In questo Codice vi si scorgono corretti molti errori, in cui incorse il volgarizzatore, che pubblichiamo (v. t. 1. p. 161. not. a). Con questo abbiam supplito in principio al manoscritto della Crusca, che è acefalo. Leggesi in fondo alia Relazione del viaggio al Sepolcro di S.Maria Maddalena. “Compiuto di scrivere e di copiare per me Doffo Spini, a dì 16. di Luglio 1425.”

III. CODICE GIÀ’ GADDIANO ORA MAGLIABECHIANO

del Secolo XIV. cartaceo infoglio, miscellaneo, segnato Pluteo II. n. 61. Da noi citato coll’ abbreviazione (Magliab. III.). Questo manoscritto lo ha ampiamente descritto il dotto Bibliotecario della Magliabechiana Sig. Ab. Foliini. Leggesi in principio. “Qui co mincia il libro di messer Marco Polo da Vinecia, che si chiama Milione, il quale racconta molte novitate della Tartaria, e delle tre Indie, e d’altri paesi assai.” In fondo. “Qui finisce il libro di messer Marco Polo da Vinecia, il quale scrissi io Amalio Bonaguisi di mia mano, essendo Potestà di Cierreto Guidi, per passare tempo e malinconia; come che mi pajono cose incredibili, e pajonomi, il suo dire, non bugie, anzi più che miracoli: e bene potrebbe essere vero, quello di che ragiona, ma io non lo credo: tuttavia, per lo mondo si truovano assai isvariate cose d’uno paese a un’altro. Ma questo mi pare, come ch’io lo rassemprasse, hanno diletto, cose da no credere, nè di darvi fede; io dico quanto a me. E compielo di rassemprare nel detto Cierreto a dì xii. di Novembre anno Domini 1392.” Questa nota non dichiara il trascrittore il più dotto giusdicente di quella età.