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DI MARCO POLO III posta in Dio ogni fidanza, fur contenti di seguitar l'ambasciatore. E certo maravigliosa fu la lor costanza, di avventurarsi alla fede d’ un Tartaro, nome spaventevole ad orecchio europeo. Ma comuni sono gli esempi , che barbari perfidi, spietati in guerra , serbino la fede promessa più intatta de' popoli che si vantano di civiltà . VI. Col Persiano, giunsero Niccolò e Mallio alle tende delGran Can a Chemenfu in Tartaria . Reggeva lo scettro mogollo, il magnanimo Cublai Can , ed in esso l’educazione, la cultura cinese temperò la natia ferocia, ma non infievolì la tempra vigorosa d animo tartarico . Esso come i suoi antecessori vagheggiava l'imperio del mondo , ma nell’intemperante cupidità, non come essi, soggiogava per distruggere, anzi per accrescersi di potenza ; e educazione avendo avvivati nel suo cuore sensi d'umanità, misericordia fu madre di beneficj, infatti con miti leggi resse le assoggettate provincie. Ei gradi sommamente la venuta de due Latini, gli accolse benignamente, gli onorò: avido di sapere le cose di Ponente, domandò loro dell'Imperadore de' Romani , degli altri regi e principi Cristiani; della grandezza, costumi, e possanza loro; come ne’ lor reami osservavano giustizia, come governavano le milizie e le guerre. Diligentemente domandò poi del Papa, delle cose della Chiesa, della fede Cristiana, e a tutto i savi e prudenti Viniziani risposero con verità , e d’ ogni cosa lo appagarono . Il maggior ostacolo all intedimento orgoglioso de’Gengiscanidi di domare il mondo intiero, erano i potentati Saracini; perciò lor politica era il blandire iCristiani, per averli compagni alla distruzione del comune nemico . Cublai risol- ?>e inviare i due fratelli suoi ambasciatori al Papa, per pregarlo di mandar cento uomini savi , ed istruiti , e capaci d’ addottrinare nella fede di Gesù Cristo le genti sue, e mostrar loro la fallacia degl idoli . Non credo io già che un imperante asiatico, che dalla viltà dei vinti ebbe titolo di Chitsu, o di avo de’secoli , che Yven, o celeste appellò la sua casata ( toni.ir. not. 285. ), che per le incontinenti sue voglie assoggettò all’obbrobrioso tributo delle più avvenenti donzelle una provincia, che ne vantava di leggiadrissime e di bellissime ( Ibid. Lib. II. cctp. ir. ) volesse abbracciare il Vangelo. Altre considerazioni a ciò fare lo muovevano : infatti incaricò i Poli di chiedere al Papa, che le persone che invierebbe, fossero delle sette arti liberali addottrinati, nell’intendimento chiarissimo di ritrarre i suoi popoli dalla barbarie, e di farli istruire uelle dottrine da essi ignorale . ( Proem. toni. i. e //. ) \ II. Consentendo i due fratelli all'ambasciata, Cublai gli munì di lettere al Papa , e di una tavola d’oro , che dichiarandoli suoi messaggi, v’era scritto di rispettare, vettureggiare, alloggiare, alimentare, cali IV VITA