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DEL il I L I O ài k LXXVIi Abbiamo altrove dimostrato (a) che il Polo, per recarsi da Ken-tcheu a Clemenfu , seguì la via della Tartaria , e perciò non poteva imbattersi nella muraglia Cinese . Ma se la medesima avesse esistito come oggidì, avrebbe dovuto imbattervisi nel recarsi dalla residenza estiva del Can a Pekino . Ma è qui da avvertire, che niun Geografo orientale di quattro o cinque secoli a noi anteriore, menochò Abulfeda, fa menzione del muro; pari silenzio osservano intorno ad esso gli storici di Gengi- scan ; noi rammentano gli Ambasciatori di Sellali Rok , che nel recarsi alla Cina fecero la via del Polo fino a Kan-tcheu . Ma ciò che sopra ogni altra cosa giustifica il silenzio del Polo, è che nell’Atlante Cinese posseduto dalla Magliabechiana , che recò più di due secoli fa il viaggiatore Carletti, Atlante, che credesi del secolo di Gengiscan, non è segnato il muro nelle contrade visitate dai Polo. Ivi è segnato sui contini del Leatong , ove oggidì secondo i Gesuiti è una palizzata; e palizzate, e argini sono segnati, ove oggidì vedesi il muro (c)(i). (a) t. 11. n. 255. (b) Hist. Gen. des Voy. t. vii. p. 274* (c) Vedasi Illusi. N. 2. (l) Il Renaudot, che non potè allegare un documento incontrastabile, quale è l’Atlante Cnese della Magliabechiana , notò che il passo che dicesì d’ Abulfeda , ove si parla del muro , il Kirchero lo allega come di Nassireddin, e soggiunge che non trovasi infatti negli antichi esemplari del Geografo ( Anc. Relat. des Ind. p. 285. ). Merita poi d’essere assoggettato ad esame critico, ciò che si asserisce aver detto Abulfed i del muro ( Mullerde Catajo p. 16.), „ Existimant autem viatores, » quod murus i 1 le, qui habilationes corum ambii, viginti tribus dielis ab occidente » ad oriente protenditur . „ Avverte Abulfeda ( Geogr. p. 184- ) che una giornata di cammino è di otto parasanghe , circa cioè 24- miglia Italiane . i>Ta per ¡stabilire le distanze vere dei luoghi conviene ridur 5o. parasanghe a 40. e farvi la detrazione d’ un quinto . Il Lio e la misura itineraria dei Cinesi, e secondo il Carletti dieci L'j fmno un Pu 0 tre miglia d’ Italia ( Viagg. t. li. p. 127. ) Ma secondo il Martini più autorevole scrittore del Carletti in cose geografiche ( All. Sin. p. 21. ) ?.5o. Lìj fanno un grado , 25. L'J sei miglia Italiane , e 80. Li) o 19. miglia una giornata di Ctimmino . Talché anche concedendo che sia d’ Abulfeda il passo testé riferito , le •25. giornate che il muro ha di lunghezza , valutandole a 19. miglia I’ una , darebbero al Muro 4^7- miglia di lunghezza, o pocopiù d’un terzo della sua attuale estensione : laiche il muro qual si vede oggidì, per quel più d’ampiezza è opera posteriore all età del Polo. Il P. Zurla ha scritto dottamente intorno all argomento ( Dissert. t. 1. p. 81. ), e dimostra evidentemente che il Polo non ignorava 1’ esistenza del muro , poiché è segnato nella carta del Salone dello Scudo, ove sono delineati gl’itinerari dei Poli. E che fossevi »egnato antichissimamente in quella et la, lo dichiara il planisfero pubblicato dal Bordone nel 1526. nel suo isolario , e LXXVIII STORIA