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DEL MILIONE LX XI e con l’epica dignità,gli cantò il Camoens , ne scrissero la storia con gravità liviana , D. Giovanni De Barros, e il Maffei (i) . LXXVI. Allora potea credersi , che nulla mancasse per illustrare i viaggi del Polo, ed era tempo oggi mai, che 1 Italia, madre avventurosa d'un tanto figlio, ne rivendicasse la fama, oltraggiata dagli scioli , e dall ignoranza dei trascrittori . Un celebre concittadino del viaggiatore, e forse il più gran geografo del secolo decimo sesto, assunse quel laboriosissimo carico. Ognuno che è mezzanamente versato in questi studj , comprende che io intendo di favellare di Giovan Batista Ramusio, segretario della Signorìa di Venezia. Egli pubblicò una raccolta di navigazioni, e di viaggi, nella quale comprese le relazioni originali, e più autentiche di tutte le scoperte fatte fino ai suoi giorni . Non fu la ramusiana raccolta, come le precedenti, manchevole di correzione, e di critica . Raccolse gli scritti dei viaggiatori il Ramusio in Portogallo, in Ispagna, feceli traslatare in volgare, gli arricchì di dot- ( i) Di queste due Storie da contezza il Sassetti. ,, Vo congetturando , che voi « avete fra mano il Tito Livio Portughese, chiamato Ivan de Barros , nel quale mi » pare , che abbia luogo quel detto , che hanno gl’ Inglesi in bocca, quando e s’ av- » vengono a qualche persona ben disposta, anzi ha luogo in lui il rovescio, peroo- » che gl' Inglesi dicono j ho come sarebbe questo bell’ uomo se e’ fosse Inglese ! E » di questa storia si potrebbe dire : oh .' come sarebbe bella se ella non fosse Porto tughese. E non si riferisce questo alla lingua, ma ai concetti, e a modi osservati » da lui, il quale nello investigare , e cercare le particolaritadi , mi pare che non » avessi pari , avvegnaché col brac.io regio potesse fare molte cose, che nessun » altro per ventura le potrebbe fare: e tuttavia nel discoprire molte cose, e costu- » mi di queste parti, divisioni di terre , stati, e rrgni , si vede che potette » molto la sua diligenzia, considerando il travaglio che vi passa in qualunque più t minima cosa , che si desidera , e perciocché quest’ uomo era buon geografo , in » questa parte i lettori posson di lui ben rimaner sodisfatti . Credo altresì , che » sulla verità della storia, non abbia che desiderarvisi,o almen non avrà egli questa » difficolta, di chi gli riprocci nissuna cosa. Ma il modo , i concetti, e le particola- 9 rità, sono cose che non si posson sofferire , perchè quei tanti Capitani nominati v col padre, coll’ uffizio suo , e quello dei suoi figli, è cosa che non può soffertisi •. . t Ma sia come si voglia , come io vi dico di sopr<i , qnest’ autore frai Portughesi , v è più che Livio tra Latini, donde non so come intervenisse, che in tempo del re v Arrigo , cioè del Cardinale Portughese , fu dat.i questa cura di scrivere le storie » dell’ ln'Jie dal principio, a uno de’ padri delia Compagnia di Gesù , detto il pati dre Maffeo , che fu chiamato di Roma a questo effetto in Portogallo , dove pgli 9 era quando m’imbarcai, e scriveva in molta gentil maniera , per quanto mi dis-

  • se un gentiluomo Modanese , amico inio , col quale quel pijre conferì alcuni

» degli scritti suoi . Scrive latino, ed ha bellissimo stile, essendo il medesimo , » che scrisse alcune relazioni venute d<i J pao, in manier che, se voi pur non vi