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del milione lix dicina , e sommamente si dilettò degli studj geografici, per amore dei quali conversava coi mercatanti Asiatici, che in gran numero nella patria sua concorrevano . Ei diligentemente interrogavagli, e raccoglieva informazioni di quelle remote contrade, e ciò lo muoveva a credere possibile una delle più ardite imprese, che sino ai suoi dì fossesi immaginata* Ebbe quel celebre cosmografo larga nominanza fuor di Firenze, ed era reputato il più dotto scienziato di quella età. Nel concetto del Toscanelli non solo non era favoloso il Milione, ma pensò, che a resultati utilissimi erano da rivolgere gli scuoprimenti del Polo, e seppe trarne ipotesi luminosissime. Ei congetturò, stante la forma sferica della terra, che non solo per oriente, e perla via di mezzodì, che penosamente e lentamente tentavano i Portughesi lungo la costa Affricanasi potesse giungere alle opulenti contrade descritte dal Polo, e alle felici regioni ove nascono le spezierie, ma per cammino più breve per la via d’occidente, solcando i mari che senza l’interruzione d un intermedio continente supponeva estendersi dalle costiere orientali dell’ Asia, fino alle occidentali d’Europa e d Affrica . Il Polo diè contezza, che l’Asia era molto più estesa in longitudine, di quello che lo crederono gli antichi, e che perciò molto più s’ inoltrava verso oriente. Che tene anche più inoltrale in quei mari erano Gipangu («), e le altre isole da lui rammentate , e descritte in modo dal viaggiatore da accender la cupidità dei trafficanti. Credè perciò il fisico Fiorentino, che più diritta via , e più breve fosse il giungere alla terra delle spezierie navigando per ponente, che per la via di Guinea (b). Nè l’alta estimazione che aveva il Toscanelli nel Polo era inconsiderata , ma come uomo prudente ch’egli era, lo stimò per la cura datasi di verificarne i racconti, non solo come si disse dai mercatanti Asiatici venuti in Firenze, ma per le informazioni d'uomini illustri e di gran sapere , e d’ autorità venuti in Roma al Pontefice da delti luogi (c) (i). Tale era la fama del Toscanelli che la Corte di Lisbona lo consultò relativamente al piano dei suoi scuoprimenti orientali . (a) t. li. n. G8o. (b) Fernan. Colomb. vit. del Padre p. 3o. (c) Ibid. p.55. « Questo viaggio, che ora fo, veggo eh’è pericoloso quanto alla franchezza di questo vivere nostro umano. Nondimeno lo fo con franco animo per servire a Dio, e al mondo . E se Dio s'è servito di me, mi darà virtù , quanto che io sia apperec- chiaCo a ogni sua volontà, purché mi dia eterno riposo all’anima mia . » (i) Il Toscanelli potè aver tenuto proposito di queste cose con Niccolò Conti, e con quel Bartolommeo Fiorentino già rammentato , il quale tornò dall’ Indie nel i |24» ove era stato 24. anni , che accompagnò dipoi Eugenio IV. in Venezia (Hist- D.plomit. de Mart.Bchaim par Murr. Strasb. 1S02. p