Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/83


il milione 69


salvo che vivere di latte di giumente e di carne di loro cacciagioni che prendono; e il suo cavallo viverá d’erba che pascerá, e non gli bisognerá portare nè orzo nè paglia. Egli sono molto ubidienti al loro signore; e sappiate che, quando e’ bisogna, egli andrá e stará tutta notte a cavallo, e il cavallo sempre andrá pascendo; e sono quella gente che piú sostengono travaglio e meno vogliono di spesa, e che piú vivono, e sono per conquistare terre e reami. Egli sono cosí ordinati che,1 quando un signore mena in oste centomila cavalieri, ad ogni mille fae un capo e a ogni diecimila un altro capo, sí che non ha a parlare se non che a dieci uomeni lo signore delli diecimila, e quegli di centomila non ha a parlare se non con dieci; e così ogni uomo risponde al suo capo2. Quando l’oste va per monti e per valle, sempre vanno innanzi dugento uomini a sguardare e altrettanti di dietro e dal lato, perchè l’oste non possa essere assalito che nol sentissoro. E quando egli vanno in oste dalla lunga, portano bottacci di cuoio3 ov’egliono portano loro latte, e una pentola ov’egliono cuocono loro carne, e portano una piccola tenda4 ov’egli fuggono dall’acqua. E sì vi dico che, quando d’elli è bisogno, egliono cavalcano bene dieci giornate senza vivanda che tocchi fuoco, ma vivono del sangue delli loro cavagli, che ciascuno pone la bocca alla vena del suo cavallo e bee. Egli hanno ancora loro latte secco come pasta, e mettono di quel latte nell’acqua e disfannolovi dentro, e poscia il beono.5 E vincono le battaglie altresí fuggendo come cacciando, che, fuggendo, saettano tuttavia, e gli loro cavagli si volgono come cani; e quando gli loro nemici gli credono avere isconfitti cacciandogli, e egliono sono isconfitti egliono: imperciocchè tutti gli loro cavagli sono morti per le loro saette. E quando gli tarteri veggono6 che gli cavagli di coloro che gli cacciavano, morti, egliono si rivolgono a loro

  1. Berl. Pad. quando... va in oste, mena con si zento milia omeni da cavalo, e ordena in questo modo la so zente. Ell’aleze uno capetanio a ogni diexe e a ogni zento e a ogni mille e a ogni diexemillia; e non à el signor a far se non con diexe, e cusì fa quello ch’è signor de diexe millia e de mille o de zento. E zascun responde ali so cavi. E quando el signor de zento milia omeni voi mandar mille omeni in alguna parte, elo comanda a uno di capetanii de diexe millia che i dia mille omeni.., e quel capitanio de diexe millia comanda a zascadun capetanio de mille che i dia zento omeni..., e zascadun capetanio de zento comanda a zascun capetanio de diexe che i dia uno omo, sí che in questo modo a mille omeni. E... zascuno sa quando i vien la volta, e zascuno obedisse al suo signor piú che zente del mondo. E quando el signor vano per alcuna (cossa) el manda avanti ben do zornade per reguardo (Bern. aguaito; Fr. pour excaregaites).
  2. Fr.* Et sachiès que les cent mille est apellè un «tut» (tuc), et les dix mille un «toman», — E lo Yule aggiunge, dal cosidetto testo Pauthier: e i cento un «guz».
  3. Pad. dove meteno la late che i beveno.
  4. Pad. dove egli stano soto quando el piove.
  5. Pad. egli non ano vergogna nisuna a fuzir... saitando verso i nimixi.
  6. Bern. che li cavali deli suo nemixi sono morti (e ancora deli omeni)