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il milione 37


E queste donzelle sempre istavano con loro in canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quello che volevano, che mai per lo volere si sarebbono partiti di quello giardino. Il veglio1 tiene bella corte e ricca, e fa credere a quegli di quella montagna che cosí sia com’io v’ho detto. E quando egli ne vuole2 mandare niuno di quelli giovani in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fargli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliono, trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono molto tristi che si trovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontanente dinanzi al veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginochiansi. Egli gli domanda: — Onde venite? — Rispondono: — Del paradiso, —3 e contangli quello che v’hanno veduto entro, e hanno gran voglia di tornarvi. E quando il veglio vuole fare uccidere4 alcuna persona, egli fa tôrre quello lo quale sia piú vigoroso e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, ritornano al loro signore; se è preso, vuole morire, credendo ritornare al paradiso. E quando lo veglio vuole fare uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: — Va’, fa’ tal cosa; e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al paradiso. — E gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa maniera non campa niuno uomo dinanzi al veglio della montagna, a cui egli lo vuole fare; e si vi dico5 che piú re li fanno tributo per quella paura. Egli è vero che negli anni6 1277, Alau, signore dei tarteri del levante, che sapeva tutte queste malvagitá, egli pensò tra se medesimo di volerlo distruggere e mandò de’ suoi baroni a questo giardino. E istettonvi tre anni attorno al castello7 prima che l’avessono; nè mai non lo avrebbono avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu morto8 lo veglio e sua gente tutta; e d’allora in qua9 non vi fu piú veglio niuno:

  1. Cas. tenia... e feva credere a quella senpla gente de quela montagna che ello era profeta de Deo.
  2. Cas. mandare assasini a fare ancider alcuno omo... elo feva dare...
  3. Pad. e che veramente quel era el paradiso, segondo che dixea la leze de Macometo. E dixeano tuto quelo i aveano trovato; e i altri che non gh’era mai stati avea gran desiderio d’andarne; e molti desideravano de morire per andarne.
  4. Ricc. Pad. alcun grande signor, ello provava li zoveni che erano stati illo zardino in questo modo. El mandava plexor de quelli zoveni per la contrá non molte lonze, e comandavali ch’elli alzideseno quello omo che ello ghe disiva, e mandavali driedo, quando ili andavano, alcuno secretamente, chi considerase qual fose plui ardito e piú valente. E coloro andavano e ancidevano quel omo, e alla fiata era alcuno de loro preso e morto. Quelli che scampavano tornava a dir el fato al vechio, e alora saveva chi era miiore per alzider omeni, segondo che plaxia a lui. E fazea creder ali asasini che, se i moriva in quella obediencia, ch’illi andaraveno in paradiso.
  5. Ricc. Pad. che plexori e plixor re e baroni li fevano trabuto e stavano ben con lui, per paura che lui non i fesse oncidere. Or avemo cullato del vechio della montagna e deli so’ asasini: mò ve volo dir dela sua destruzione.
  6. Cas. mille doxento sosanta dui.
  7. Pad. e l’oste era de fuora grandisimo e meraveioso; e però non l’averia mai preso, se non fusse che li mancò la vituaria.
  8. Pad. el vechio,* che avea nome Alaodin
  9. Ricc. non fo piú nesuno vegio... nè nesú de quelli asasini, e co lui finise la segnoria e quello male cosí grande de quelli asasini.