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34 | il milione |
e amara;1 e chi ne bevesse pure una gocciola lo farebbe andare bene dieci volte a sella, e chi mangiasse un granello di quello sale, il qual se ne fae, farebbe lo somigliante: e perciò si porta bevanda per tutta quella via. Le bestie ne beono per gran forza e per gran sete, e falle molto iscorrere. In queste tre giornate non ha abitazione, ma tutto diserto e grande siccitade; bestie non v’ha, che non v’avrebbono che mangiare. Di capo di queste tre giornate si truova un altro luogo,2 che dura quattro giornate nè piú nè meno, fatto come le tre giornate, salvo che si trovano asine salvatiche. Di capo di queste quattro giornate finisce lo reame di Crema e trovasi la cittá di Gobiam (Cobinan).
XXIX (XXXIX)
Di Gobiam (Cobinan).
Gobiam è una grande cittá, e adorano Malcometto. Egli hanno ferro e acciaio e andanico assai3; quivi si fa la tuzia e lo spodio, e dirovvi come. Egli hanno una vena di terra la quale è buona a ciò, e pongonla nella fornace ardente, e in sulla fornace pongono graticole di ferro, e ’l fummo di quella terra va suso alle graticole, e quello che quivi rimane appiccato è tuzia, e quello che rimane nel fuoco è spodio. Ora andiamo oltre.
- ↑ Cas. Ricc. che neguno omo la pò soferire a bevere, e chi ne... ella provocarave fluso e moveravelo...
- ↑ Pad. innel qual non è arbori ni aqua se non amara; e le bestie nonde abitano se non solamente axini salvadeghi.
- ↑ Ricc. Cas. e li se fa multi spechi de azaro molto belli e grandi, e li se fa la tucia ch’è bona ali ocli.