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260 | il milione |
Ora avenne che uno barone tartero, lo quale1 era aguale sotto il soldano, vidde il suo signore Argo, lo quale dovea essere di ragione. Vennegli un gran pensiero al cuore e l’animo gli cominciò a gonfiare; e diceva infra se stesso che male gli pareva che ’l suo signore fosse preso, e pensò di fare suo podere sí che gli fosse lasciato. E allora cominciò a parlare con altri baroni dell’oste; e a ciascuno parve in buon volere e in buono animo di volersi pentere di cioè ch’avevano fatto.2 E quando furono bene accordati, un barone, ch’avea nome Baga (Boga), si fue cominciatore. E levaronsi suso tutti a romore, e andarono alla prigione dove Argo era preso, e dissongli com’egli s’erano riconosciuti, e che aveano fatto male, e che volevano ritornare alla misericordia e fare e dire bene, e lui tenere per signore. E cosí s’acordarono; e Argo perdonò loro tutto ciò ch’aveano fatto contra di lui. E incontanente si mossone tutti questi baroni, e andarono al padiglione dov’era Milichi, vicaro del soldano, ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell’oste si confermarono Argo per loro diritto signore.
Di presente giunse la novella al soldano, come il fatto era istato e come Milichi suo vicaro era morto. Quando ebbe inteso questo, si ebbe gran paura e pensossi di fuggire in Bambellonia, e missesi a partire con quella gente che avea. Un barone, lo quale era grande amico d’Argo, si stava ad un passo e, quando lo soldano passava, sì l’ebbe conosciuto; e incontanente gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo preso per forza, e menollo preso dinanzi ad Argo alla cittá, che v’era giá giunto di tre dì. E Argo, quando il vidde, si ne fu molto allegro, e incontanente3 comandò che gli fosse dato la morte, sí come a traditore. Quando fu cosí fatto, ed Argo mandò4 un suo figliuolo a guardare le terre dell’Albero solo, e mandò con lui trentamila
- ↑ Berl. era rico (vechio; Fr. mout de grant aaiges), prese gran pietá de Argon.
- ↑ Berl. e quando i fono da Boga, el quale iera mazor e guida de questo fato,...
- ↑ Berl. comandò... che Acomat fosse saitado e morto, onde subitamente fue fato el suo comandamento. Si che a questo muodo Acomat finì la sua vita, e Argon ricovrò la so’ signoria e regnò (siè) ani; e in cavo de (siè) ani mori per infirmitade, benchè alguni dixe per bevanda.
- ↑ Fr. Casan son filz.