Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/238

224 il milione

le genti del suo paese e del suo reame, e feciolo adorare come fosse iddio. E disse che questo suo figliuolo era morto ottantaquattro volte; e disse: — Quando morio la prima volta divenne bue, e poscia morio e diventò cane. — E cosí dicono che morio ottantaquattro volte, e tuttavia diventava qualche animale, o cavallo o uccello od altra bestia. Ma in capo delle ottantaquattro volte dicono che morie, e’ diventò iddio; e costui hanno gl’idolatri per lo migliore iddio ch’egli abbiano. E sappiate che questo fu il primaio idolo che fosse fatto, e di costui sono discesi tutti gl’idoli. E questo fu nell’isola di Scilla in India. E sí vi dico che gl’idolatri vi1 vengono di lontano paese in pellegrinaggio, siccome vanno i cristiani a Santo Iacopo in Galizia. Ma i saracini, che vi vengono in pellegrinaggio, dicono pure che èe il monimento d’Adamo; ma, secondo che dice la Santa Iscrittura, il monimento d’Adamo èe in altra parte. Or fu detto al Gran Cane che ’l corpo d’Adamo era in su questa montagna2 e gli denti suoi e la iscodella dov’egli mangiava: pensò d’aver gli denti e la iscodella, fece ambasciadori, e mandògli al re dell’isola di Scilla a dimandare queste cose. E il re di Scilla le donò loro: la scodella era di proferito bianco e vermiglio. Gli ambasciadori tornarono e recarono al Gran Cane la scodella e due denti mascellari, i quali erano molti grandi. Quando il Gran Cane seppe che gli ambasciadori erano presso alla terra ov’egli dimorava, che venivano con queste cose, fece mettere bando che ogni uomo e tutti i regolati andassero incontro a quelle reliquie, che credeva che veramente fossero d’Adamo: e questo fu nel mcclxxxiiii anni. E fu ricevuta questa cosa in Camblau (Cambalú) con grande riverenza; e trovossi iscritto che quella iscodella avea cotale virtú, che, mettendovi entro vivanda per uno uomo, ne aveano assai cinque uomeni; e il

  1. Berl. vien da longhe parte...; ma (gli idolatri) dixeno che questa sepultura, che sono su quel monte, sono del fiol de quel re ch’io ve ò dito di sopra, e che i caveli e i denti che in quela sono è del fiol del re, chiamato (Sergomon Borcan, zoè) «santo Sergomon»; e i saraini dixeno... e che i caveli e i denti e la scudela fo de Adan. Or avete inteso comò queli che adora le idole dixeno che questo fo fiol del re che fo primo dio, e i saraini dixeno ch’è Adan primo (nostro pare); ma Dio el sa chi ’l fo; perchè nui non credemo che in quel luogo sia Adan, perchè la Scritura dixe ch’el sono in altra parte del mondo.
  2. Berl. e che in quela ierano i denti e i caveli, e...; disse che l’era de besogno che l’avesse i caveli, i denti e la scudela; e mandò suo’ mesazi con gran conpagnia, e mandòli a l’isola... Or costoro andorono, e tanto feno che i ave i do denti masseladi, ch’erano grandi e grosi, et avèno i caveli e la scudela, la qual iera d’uno (porfido) verde molto bello. E quando i mesazi del Gran Can ave queste cose, i tornò al so signor; e, zonti che i forono preso (la) gran zitade (de Canbalu), lá dove steva el Gran Can, el fo notificado al signor che i so’ mesazi vegniva, e duxevano quelle cose per le quali iera andadi. E cusí tuta la zente de (Ganbelú) vene incontra quelle reliquie, e li religiosi rezevè quele..., e sí le portone al gran signor, el quale le rezevè con gran festa. E trovavano per lor scriture che quela avea tal vertú...