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222 | il milione |
CLV (CLXXVIII)
Dell’isola di Scilla (Seillan).
Scilla è una grande isola, ed è grande com’io v’ho contato qua adrietro. Ora è vero che in questa isola hae una grande montagna,1 ed è sí dirivinata che niuna persona vi puote suso andare se non per un modo: che a questa montagna pendono catene di ferro, sí ordinate che gli uomini vi possono montare suso.2 E dirovvi che in quella montagna si è il monimento d’Adamo nostro padre. E questo dicono i saracini, ma gl’idolatri dicono che v’è il monimento di Sergamo Borgani (Sergamoni o Sagamoni Borcan). E questo Sergamo fue il primo uomo a cui nome fu fatto idolo, che, secondo loro usanza e secondo loro dire, egli fue il migliore uomo che mai fosse tra loro e il primo ch’egliono avessono per santo. Questo Sergamon fu figliuolo di un grande re ricco e possente, e fu sí buono che mai non volle attendere a veruna cosa mondana. Quando il re vidde che ’l figliuolo teneva questa via e che non voleva succedere al reame, ebbene grande ira, e mandò per lui, e promisegli molte cose, e dissegli che ’l voleva fare re, e sè voleva disporre. E ’l figliuolo non ne volle udire nulla. Quando il re vidde questo, si n’ebbe grande ira che a pena che non morio3, perchè non avea piú figliuoli che costui, nè a cui egli lasciasse il reame. Ancora il padre si puose in cuore pure di fare tornare questo suo figliuolo a cose mondane4. Egli lo fece mettere in