e vanno in questo golfo, dal mese d’aprile insino a mezzo maggio, in un luogo che si chiama Bathalar (Bettelar). E vanno nel mare sessanta miglia, e quivi gettano loro áncora, ed entrano in barche piccole, e pescano com’io vi dirò. E sono molti mercatanti, e fanno compagnia insieme, e alluogano molti uomeni1
per questi due mesí che dura la pescagione. E i mercatanti donano al re delle dieci parte l’una di ciò che pigliano. E ancora ne donano a coloro che incantano i pesci, che non faccino male agli uomeni che vanno sotto acqua per trovare le perle: a costoro donano delle venti parti l’una; e questi sono «abrinamani» («abraiaman»), incantatori. E questo incantesimo non vale se none il die, sí che di notte nessuno non pesca; e costoro ancora incantano ogni bestia e uccello.2 Quando questi uomeni allogati vanno sott’acqua, due passi o quattro o sei infino in dodici, egli vi stanno tanto quantunque egliono possono; e pigliano cotali pesci, che noi chiamiamo «aringhe», e in queste aringhe si pigliano le perle grosse e minute d’ogni fatta. E sappiate che le perle che si truovano in questo mare si spandono per tutto il mondo, e questo re n’ha grande tesoro. Or v’ho detto come si truovano le perle; e da mezzo maggio innanzi non ve se ne truova piue. Ben è vero che, di lungi di qui trecento miglia, e’ se ne truova di settembre3 infino a ottobre. E si vi dico che tutta la provincia di Mabar non fa loro bisogno sarto, perochè vanno tutti ignudi d’ogni tempo; peroch’egli hanno d’ogni tempo il tempo temperato, cioè nè freddo nè caldo. Però vanno ignudi, salvo che cuoprono la loro natura con un poco di panno. E cosí vae il re come gli altri, salvo che porta altre cose, come io vi dirò: e’ porta alla natura piú bello panno che gli altri,4 e a collo un collaretto tutto pieno di pietre preziose, sí che quella gorgiera vale bene due gran tesori. Ancora
- ↑ Berl. * zoè che li dá tanto al mese, zoè d’april infina la metá de mazo, over tanto quanto dura quelle pescaxon.
- ↑ Pad. Berl. Queli che deno prender le ostreghe entrano in l’acqua ben quatro pasi e zinque, infina dodexe, e lá stano quanto i puoi; e, quando i sono vegnudi al fondo, eli trova quelle ostreghe, e in le carne de quelle ostreghe se truova le perle; sí che a questo modo se pescano le perle in tanta quantitá che l’è senza numero.
- ↑ Berl. fina a mezo otubrio.
- ↑ Pad. Berl. e a al collo uno frixo pieno de piere preziose, zoè safili, rubini e smeraldi e altre care piere, che vale uno gran tesoro.