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178 il milione

copritura non si può vedere altro che dipintura ad oro. Non si potrebbe contare la nobiltá di questo palagio: egli v’ha venti sale tutte pari di grandezza, e sono sí grande che bene vi mangerebbono agiatamente diecimila uomeni1, e si ha questo palagio bene mille camere. E sappiate che in questa cittá ha centosessanta [mila di] «tomani» di fumanti, cioè di case; e ciascuno tornano è dieci (mila) case fumanti: la somma si è un milione seicentomila di magioni abitanti, nelle quali ha gran palagi. E havvi una chiesa di cristiani nestorini solamente. Sappiate che2 ciascuno uomo della cittá e di borghi hae iscritto in su l’uscio lo nome suo e di sua moglie e de’ figliuoli e de’ fanti e degl’ischiavi, e quanti cavagli egli tiene: e se alcuno ne muore fa guastare lo suo nome, e se alcuno ne nasce si lo vi fa porre, sí che il signore della cittá sa tutta la gente, per novero, che èe nella cittá. E cosí si fa in tutta la provincia de li Mangi e del Cattai. Ancora v’hae un altro costume: che gli albergatori3 iscrivono in sulla porta della casa tutti gli uomini degli osti suoi, e ’l die che vi vengono; [e ’l die che se ne vanno si spengono la scrittura;] sí che il signore può sapere chi va e chi viene. E questo è bella cosa e saviamente fatta. Or v’ho detto di questo una parte: or vi vo’ contare della rendita che hae il Gran Cane di questa terra e suo distretto, ch’è4 dell’otto parti l’una de li Mangi.

  1. Pad. * e è depenta a oro molto nobelmente.
  2. Berl. i brozexi (Fr. les borzois) de quela zitade, ed ezian de tute le altre, ano tal usanza e consuetudine, che zascaduno áno scrito... dei fioli e de tuti i so’ schiavi e serve.
  3. Berl. Pad. scriveno ei nome de tuti quelli che alberga in lo ostello, e il dì e ’l mese che i èno albergati.
  4. Berl. la nona parte.