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il milione | 157 |
della terra vae un gran fiume, ove sempre va molta mercatanzia di seta e di molta ispezieria e d’altre cose. Or ci partiamo, e dirovvi d’un’altra cittá e’ ha nome Codifu, di lungi da questa sei giornate verso mezzodie.
cxv (cxxxiv)
Della cittá c’ha nome Codifu (Tadinfu).
Quando l’uomo si parte di Ciagli (Cinangli), e’ vae sei giornate verso mezzodí, tuttavia trovando cittá e castella di grande nobiltá. E sono idoli, e ardono lo corpo morto, e sono al Gran Cane, e hanno moneta di carte, e vivono di mercatanzie e d’arti, e hanno grande abbondanza d’ogni cosa da vivere. Ma non ci ha cosa da ricordare; e però diremo di Codifu. Sappiate che Codifu (Tadinfu) fu giá molto grandissimo reame, ma ’l Gran Cane lo conquistò per forza d’arme: ma ancora ella èe la piú nobile cittá di quel paese. Qui v’hae grandissimi mercatanti; qui v’hae tanta seta ch’è maraviglia, e belli giardini e molti frutti e buoni. E sappiate che questa cittá ha sotto sè1 quindici cittá di gran podere, e sono tutte di grande mercatanzie e di grande prode. E dicovi che negli anni Domini mcclxxiii il Gran Cane avea dato a un suo barone (Liytan Sangon) bene ottantamila cavalieri, ch’andasse a questa cittá per guardarla e per salvarla; e quando egli fue istato in questa contrada un tempo,2 egli ordinò con certi uomeni di quel paese di fare tradimento al signore e rubellare tutte queste terre al Gran Cane. Quando il Gran Cane seppe questo, vi mandò suoi due baroni3 con centomila cavalieri. Quando questi due baroni vi furono presso, il traditore uscì fuori con questa gente che avea,