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138 il milione

CII (cxviii)

Della provincia di Caragia (Charagian).

Quando l’uomo ha passato questo fiume, sí se ne entra nella provincia di Caragia, ch’è sí grande che bene hae sette reami; ed è verso ponente; e sono idoli, e sono al Gran Cane.1 E il re, che v’è, è figliuolo del Gran Cane, ed è ricco e poderoso, e mantiene bene sua terra e giustizia, ed è prod’uomo. Quando l’uomo ha passato il fiume ch’io v’ho detto di sopra, ed è ito sei giornate, si si truova cittá e castella assai: quivi nasce troppi buoni cavagli, e costoro vivono di bestiame e di terra. Egli hanno loro linguaggio, molto grave da intendere. Di capo di queste cinque giornate si truova la mastra cittá, ed è capo del regno, ch ’è chiamata Iaci, molto grande e nobile: quivi hae mercatanti e artefici. La legge v’è di piú maniere: chi adora Malcometto, e chi gl’idoli, e chi è cristiano nestorino. E v’ha grano e riso assai,2 ed è contrada molto inferma; perciò mangiano riso, e vino fanno di riso e di spezie, ed è molto chiaro e buono ed inebria tosto come il vino. Egli spendono per moneta porcellane bianche, che si truovano nel mare3 [e che se ne fanno le scodelle]. E vagliono le ottanta porcellane un saggio d’argento, che sono due viniziani grossi, e gli otto saggi d’ariento fine vagliono un saggio d’oro fine. Egli hanno molte4 saliere, ove si cava e fa molto sale, onde se ne fornisce tutta la contrada: di questo sale lo re n’hae grande guadagno. E non curano se l’uno tocca la femmina dell’altro, pure che sia sua volontá della femmina5. Quivi hae un lago che gira bene cento miglia, nel quale ha molti pesci grandi, li migliori del

  1. Pad. ed ène re uno figiuolo del Gram Caam, ch’á nome Esentemur, lo qual è molto posente...
  2. Pad. ma la zente della contrá non manzano pam de formento, perchè el non è sano in quella provinzia, (ma) manzano riso.
  3. Berl. * che se mete al colo di cani.
  4. Berl. pozi salsi in li qual i fano el sal.
  5. Berl. * Or abiamo dito de questo regno: mò resta a dir del reame de Caraian; mò inprima diremo de una (cosa) la quale me avea desmentegado.