Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/139


il milione 125


gli sette valletti del preste Giovanni a servire lo re Redor (Dor). E quando egliono furono istati ben due anni, egli erano istati molti amati dal re per lo bel servigio ch’egliono gli aveano fatto: il re faceva di loro come se tutti e sette fossero istati suoi figliuoli. Or udirete quello che questi malvagi fecero, perché niuno non si puote guardare da’ traditori. Ora avvenne che questo re si andava sollazzando con poca gente, tra gli quali erano questi sette; e quando egliono ebbono passato un fiume di lungi del palagio detto di sopra, quando questi sette viddoro che il re non avea compagnia che ’l potesse difendere, missoro mano alle ispade, e dissono d’ucciderlo, o egli n’andasse co’ loro. Quando lo re si vidde a questo, diedesi grande maraviglia e disse: — Come questo, figliuoli miei? Perchè mi fate voi questo? Ove volete voi ch’io venga? — Egli dissono: — Noi vogliamo che voi vegniate al preste Giovanni, che è nostro signore.

xciii (CIX)

Come il presto Giovanni fece prendere lo re Redor (Dor).

E quando lo re intese ciò che costoro gli dissono buonamente,1 che non morí di dolore e disse: — Deh! figliuoli, non v’ho io onorati assai? perché mi volete voi mettere nelle mani del nimico mio? — Quegli rispuosono che conveniva che cosí fosse. Allora lo menarono al preste Giovanni. Quando il preste Giovanni il vidde, ébbene grande allegrezza, e dissegli

  1. Berl. ello ave gran ira, che poco mancò el non morí de gran doia.