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mercatanzia e d’arti, e quivi si lavora drappi di seta e d’oro1 e bel zendado, e quivi ha begli alberghi. Quando l’uomo hae passato questa villa d’uno miglio, l’uomo truova due vie: l’una va verso ponente, e l’altra va verso iscirocco. Quella di verso il ponente è del Cattai, e l’altra verso iscirocco va [verso il gran mare] alla gran provincia d’Eumangi (del Mangi). E sappiate veramente che l’uomo cavalca per ponente per la provincia del Cattai ben dieci giornate, tuttavia trovando belle cittadi e belle castella di mercatanzie e d’arti, e belle vigne2 [e albori assai], e gente dimestiche. Quivi non ha altro da ricordare: perciò ci partiamo di qui, e andremo ad un reame chiamato Taiarefu.

XCI (CVIl)

Del reame di Taiansti (Taianfu).

Quando l’uomo si parte di questa cittá di Giocui, cavalcando dieci giornate truova uno reame chiamato Taiarefu (Taianfu). E di capo di questa provincia ove noi siamo venuti è una cittá c’ha nome Tinafu (Taianfu), ove si fa mercatanzia e arti assai; e quivi si fanno molti fornimenti che bisognano ad oste del gran sire. Quivi hae molto vino, e per tutta la provincia del Cattai non ha vino se non in questa cittá; e questa ne fornisce tutte le Provincie d’intorno. Quivi si fa molta seta, perochè v’ha molti mori gensi e molti vermini che la fanno. E quando l’uomo

  1. Pad. Pal. e zendaieli; e n’è molti alberghi per albergare i forestieri che pasano.
  2. Pad. * e de belli canpi.