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il milione | 95 |
LXXII (LXXXV)
Della cittá grande di Camblay (Cambaluc).
Dacchè v’ho contati de’ palagi, si vi conterò della grande citta di Camblau (Cambaluc) ove sono questi palagi, e perchè fu fatta, e com’egli è vero che1 appresso a questa cittá n’avea un’altra grande e bella, e avea nome Garibalu, che vale a dire in nostra lingua «la cittá del signore». E il Gran Cane trovando per astrolomia che questa cittá si dovea rubellare, e dare gran briga allo imperio, e però il Gran Cane fece fare questa cittá presso a quella, che non v’è in mezzo se non un fiume; e fece cavare la gente di quella cittá e mettere in quell’altra, la quale è chiamata Camblau (Taidu). Questa cittá è grande in giro da ventiquattro miglia, cioè sei miglia per ogni canto; ed è tutta quadra, che non è piú dall’uno lato che dall’altro. Questa cittá è murata di terra, e sono grosse le mura dieci passi e alte venti; ma non sono cosí grosse di sopra come di sotto, anzi vegnono di sopra assottigliando tanto, che vengono grosse di sopra tre passi. E sono tutte merlate e bianche; e quivi ha2 dieci porte, e in su ciascuna porta hae un gran palagio, sí che in ciascuno quadro hae tre porte e cinque palagi. Ancora in ciascuno quadro di questo muro hae un grande palagio, ove istanno gli uomeni
- ↑ Pad.... fo per el tenpo passato una grande zita che avea nome Canbellù, la quale era... Lo Grande Caan trovò per i suo' astrologi che quella zita doveva eser contra l' imperio, sì che el Gran Caan la fexe desfar intorno de quel luogo, e fella metter altro', da l'altro lato de uno... fiume... e fexe vegnir tuta la zente ala tara nuova de Canbelù.
- ↑ Berl. dodexe.