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di angelo poliziano | 81 |
Russano ghiri in questa parte, in quella670
Partorisce la femmina del riccio;
Fanno un rumore che concilia il sonno
L’api d’intorno, e pesci prigionieri
In gran copia raccolgono i vivai.
Cosí le membra lor placidamente675
Rinfrancano in siffatte opre i villani,
E a grati studi attendono giocondi;
Maestra è lor la terra, che né il giogo
Di tollerare s’addimostra schiva,
Né di scarsa mercede ricompensa,680
Se mai compenso di frumento alcuno
Al laborioso agricoltor si spetti.
E le sfere sublimi ei pure attinge
Sovra i celeri vanni della mente,
E quale sia la volontà de’ Numi685
Scruta sagace; e quel che si maturi,
E da quali astri, comparendo ovvero
Hac stertunt glires, hac foemina foetat echinus.440
Daedala somniferos peragunt examina bombos;
Plenaque captivos servant vivaria pisces.
Scilicet his opibus placide sua corpora curant,
Dulciaque inter se laeti tellure magistra
Officia exercent; ut quae neque ferre recuset445
Imperium, neque non grandi mercede rependat,
Si qua laborifero debentur farra colono.
Ille autem et volucri petit ardua sidera mente,
ScrutarturqueFonte/commento: Barbèra, 1867 sagax, quae sit sententia divûm:
Quid quaeque emergens latitansve oriensve cadensve450
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