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di angelo poliziano 73

E con labbruzzi crepitanti sugge;
Questo, supino, il grappolo, sospeso
Sul volto, spreme nella bocca, quello530
Del compagno le schiuse avide canne
Irrora, e, asperso di licor, s’insozza
Il mostaccino e il seno; ebbro vacilla
Sovra le piante malsicure il passo.
Al sopraggiunger dell’acuto inverno,535
Quando rigidi pendono i ghiacciuoli
Giú dalle gronde, il fuoco alto divampa
Dalla grande catasta; allora tutto
L’ingenuo vicinato insiem s’accoglie;
E giovani dabbene e austere madri540
Co’ lor duri consorti ed i fanciulli
E la donzella da marito, a veglia
Siedon felici, e ingannano le prime
Ore notturne, e generoso il vino
D’ogni rea cura l’anima disgreva.545




Sugit musta lacu crepitantibus hausta labellis,
Hic sua suspensum resupinus in ora racemum
Enprimit, hic socii patulos irrorat hiatus
Irriguumque mero sordet mentumque sinusque;350
Ebriaque incertis titubant vestigia plantis.
Postquam acris successit hyems et pendula tectis
Diriguit glacies, larga strue tollitur alte
Collucetque focus, coëunt vicinia simplex
Una omnes, juvenesque probi materque severa355
Conjuge cum duro et pueris et virgine grandi,
Convigilantque hilares, et primae tempora noctis
Decerpunt, molli curas abigente lyaeo.