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52 le selve

Allora ei desta i suoi compagni all’opre,
E insiem prudente l’ispide sue terga
D’un ruvido centon veste, sul capo
Un berretto si getta e borzacchini
Fatti di cuoio naturai si calza.155
Indi all’aratro i ben pasciuti buoi
Aggiogati, del pungolo l’incita,
Ed il lavor col canto raddolcendo
Scava in solchi lunghissimi la terra
Col vomero, e in gran copia indi v’induce160
Degli acquai la piovana onda raccolta,
E di timo satolla e di macerie
L’esausto suolo. Dalla parca destra
Con largo gesto la sementa ai solchi
Ora egli affida; mentre la sinistra165
Il canestro sostien colmo di grano;
Ed affinché le seminate zolle
Cupidi augelli a devastar non calino




Excitat ille operum socios; simili horrida cautus
Terga rudi centone fovet, capitique galerum
Induitur, crudusque operit vestigia pero.
Hinc saturos jungens loris ad aratra juvencos
Increpitat stimulo; et cantu minuente laborem,105
Praelongis ferrata terit dentalia sulcis,
Ac late elicibus collectos esprimit imbres,
Jejunamque fimo tellurem et rudere pascit.
Tum plenum farris laeva servante canistrum,
Semina dispensat parca cerealia destra:110
Quae ne jacta avidae populentur grana volucres