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di angelo poliziano 31

Nell’amica del fiume onda lo scampo.
Enea, vindice, arriva, e, su la spiaggia
Sicura, le alleate armi schierando,440
Di guerra annunzio, folgora nell’armi
Che gli vestí la genitrice Dea,
Mentre alla pugna tutte l’ire infiamma.
Come i destrieri gronderan sudore!
Di che nobile polvere bruttati445
Appariranno i príncipi! di quanto
Sangue bagnata sorgerà la terra!
Né l’asta che tu adori, unico Nume,
Né la tua destra, né feroce ardire,
Te, o Mezenzio, a scampar da glorïosa450
Fine varran; ch’anzi comune avrai
Col tuo figliuolo e morte e sepoltura.
Ma da soverchia bramosía di preda
Spinta e di gloria, temerariamente
Tu dove corri? O vergine guerriera,455




Dat stragem, fluvioque evadit laetus amico.
Ultor adest, sociosque exponens littore tuto,
Auspicium belli, maternis fulgurat armis
Dardanides, totasque in pugnam exsuscitat iras.285
O qui sudor equis! qui se alto in pulvere reges
Turpabunt! quanto exsurget rubra sanguine tellus!
Nec tuus hasta deus nec te tua dextera forti,
Mezenti, leto ertpiet visque effera mentis,
Sed consors nato accedes tumulique necisque.290
At tu quo, nimio spoliorum et laudis amore
Inconsulta, ruis? quin saevas, bellica virgo,