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di angelo poliziano | 27 |
Alle sicane sponde risospinti365
Stanchi i Troiani saran poscia, e accolti
Ospitalmente dal fedele Aceste:
Ivi con pompa di solenni esequie
Onorerà del genitor la tomba
L’eroico duce, e degni sulla spiaggia370
Celebrerà spettacolosi ludi.
E, perduto il pilota, anche una volta
L’onde solcando, alfin l’euboiche rive
Toccherà lagrimando. E poi che gli alti
Destini che l’attendono raccolti375
Dell’antica Sibilla abbia dal labbro,
Scenderà pure nell’Averno, e, o santa
Filïale pietà!, ne’ regni bui
Ricercherà del genitore i mani.
E su l’onda letèa della romana380
Futura prole avrà contezza, lieto
Di conoscer la stirpe alta di Iulo
Zanclaeas iterum fessi ejicientur ad oras
Troes, et hospitio fidi accipientur Acestae:
Hìc patris ad tumulum solemneis ordine pompas240
Dux feret, ac meritos celebrabit littore ludos.
Tum pelagos relegens, amisso praeside puppis,
Vix tandem euboica lachrymans potietur arena.
Atque ubi fata deûm vivacis ab ore Sibyllae
Hauserit, infernas etiam descendet ad umbras,245
O pietas!, manesque petet per Averna paternos;
Romanosque suos lethaei ad fluminis undam
Conferet, et magnos gaudens cognoscet Iulos