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di angelo poliziano | 253 |
riera; e Corinna di Tanagra in Beozia, che, come ho accennato in altra nota, dalla tradizione è fatta maestra di miti a Pindaro, col quale gareggiò anche vittoriosamente nei pubblici agoni. Rispetto all’errore in cui è caduto il nostro facendo dell’epiteto άγακλέα, in un verso di Antipatro, un nome di poetessa, vedi il Commento del Del Lungo, pag. 414.
Pag. 208, v. 998.
* Orazio, lirico e satirico. E da lui, ai satirici latini e greci: Lucilio (di Aurunca), Persio, Giovenale, Basso, Bibacolo, Archiloco, Ipponatte.
I fieri giambi di Archiloco ridussero le figlie di Licambe, il quale gli aveva mancato di parola nella promessa della mano della sua Neobule, ad impiccarsi. Fu ucciso in battaglia da Calonda, detto il Corvo, il quale fu perciò dalla Pitia cacciato fuori del tempio di Delfo.
Pag. 210, v. 1017.
Accenna al teatro greco e latino: Eschilo, Sofocle, Euripide (tragici principi); Omero, il giovine, Sositeo, Licofrone, Alessandro, Ananziade, Sosifane e Filisco (pleiade alessandrina); L. Vario, Seneca, il tragico, di Cordova, Accio, Pacuvio, Pomponio Secondo. Segue l’enumerazione dei comici greci e dei latini che in questo genere zoppicano grandemente.
Pag. 214, v. 1097 sgg.
Sotade scrisse versi molli e licenziosi, che, fra le altre forme, hanno quella di leggersi anche a rovescio con senso uguale o diverso.
Epigrammatici latini: Marziale, autore di milledugento epigrammi; Ausonio, di Bordeaux, console in Roma; Ortensio, oratore; Catone, grammatico; Cornificio; Ticida, cantore dell’amante Metella sotto il finto nome di Perilla; Cinna, autore di un oscuro poema: Smirna; e Ansere, piú sfacciato di tutti.
Epigrammatici greci: Diogene di Laerte, autore del