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Pag. 192, v. 712.

Ennio, nato a Rotigliano in Calabria, dei poeti latini il primo, vantavasi di aver tre anime, poiché sapeva parlare tre lingue: la greca, l’osca e la latina. Il Poliziano allude a vari fatti della sua vita, tra cui, a una visione, nella quale diceva di aver sognato che l’anima d’Omero era passata nel suo corpo. Fu assai caro, tra i molti illustri, a Scipione Affricano il vecchio, che volle fosse posto nel suo sepolcro il busto in marmo del Poeta. Morí in modesta fortuna, e proibí gli si rendessero onori funebri. Fu sepolto nella tomba degli Scipioni, e sotto la sua statua leggevasi questa iscrizione da lui stesso dettata: volito vivus per ora virum. Imitò, sebbene mostrasse di non tenerlo in gran conto, Gneo Nevio. Nei vv. 744-46 il Poliziano allude al noto motto di Virgilio: se aurum colligere de stercore Ennii.

Pag. 195, v. 750.

Clodia, celebrata sotto il nome di Lesbia; le nozze di Peleo e Tetide, dove le Parche preconizzano sul finire la nascita di Achille; le satire contro l’aristocrazia romana e i versi contro Giulio Cesare.

Pag. 195, v. 756.

Emilio Macro, amico di Ovidio, scrisse poemi sugli uccelli, sui serpenti e sulle erbe (?).

Pag. 195, v. 759.

T. Lucrezio Caro: De rerum Natura. Vuolsi che Cicerone rivedesse ed emendasse il poema lucreziano; ma la critica moderna mette ciò in dubbio.

Pag. 196, v. 770 sgg.

Empedocle di Agrigento, filosofo di poca rinomanza, fondatore della scuola sicula. Una storiella vuol ch’egli si precipitasse con pianelle di ferro nel cratere dell’Etna per studiare le cause prime dei fenomeni tellurici e delle eru-