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di angelo poliziano | 247 |
Pag. 189, v. 644.
Arato di Soli, in Cilicia, scrisse il poema astronomico i Fenomeni: qui si accenna a’ suoi amori col fanciullo Filino.
Pag. 189, v. 651.
Nicandro di Colofone, poeta e grammatico e dilettante di medicina. Scrisse, tra le molte altre cose, dei poemetti sui veleni e contravveleni e le Georgiche, che si vuole servissero di modello a Virgilio.
Pag. 190, v. 661 sgg.
* Oppiano, d’Anazarbe in Cilicia, scrisse i poemi sulla caccia, sulla pésca, ecc. Raccontano che Antonino Pio (altri, Settimio Severo) regalasse all’autore pel poema della pésca uno scudo al verso; onde i suoi versi ebbero, a buon mercato, il nome di aurei. Dionisio affricano, detto Periegete dal suo poema geografico: Descrizione del mondo. Nonno, di Panopoli, cantò le gesta di Bacco in India nel suo poema le Dionisiache: scrisse anche la Gigantomachia, e verseggiò libri cristiani. Callimaco, figlio di Batto e di Mesarma, o della stirpe di Batto, fondatore della patria di lui, Cirene in Libia; il leggiadro poeta, a cui Quintiliano dava il primato nell’elegia, e che piegò l’ingegno artificioso a tutte le forme del poetare. Amante dei brevi componimenti (diceva un grosso libro essere un grosso malanno), scrisse apposta un lungo poema, per mostrarsi da piú che nol credessero certi suoi avversari: l’Ecale, dal nome della vecchia, cara a Teseo, del quale ivi si descrivevano le gesta contro il toro di Maratona. Altri scritti di Callimaco: sulle origini delle favole, dei riti e delle antichità, in quattro canti; endecasillabi amatorî; l’Ibi; gl’Inni, satire, commedie e tragedie.
Pag. 191, v. 687.
Ovidio: accenna alle sue molte e svariate opere. Per notizie piú particolareggiate, vedi il Commento del Del Lungo.