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244 | le selve |
a Dio gli Ebrei dopo traversato il Mar Rosso, e raggiante poscia dalla faccia divino splendore; Re Davide, sopraddetto, autore de’ salmi; i tre babilonesi gettati nella fornace ardente da Nabuccodonosor e cantanti le lodi al Signore.
Pag. 176, v. 414.
* Grafia da destra a sinistra, continuata; o da sinistra a destra, e poi da destra a sinistra imitando l’arare: exarare literis.
Pag. 176, v. 415 sgg.
Il paganesimo popolò il mondo di divinità, informandone la poesia.
* Poesia primitiva de’ Greci, ispirata al culto degli Dei e all’origine delle cose e ai fenomeni naturali. Uffici e forme di quell’antica poesia fino a Omero; semplici canti accompagnati da melodie costanti e uguali; gl’incantesimi fatti co’ carmi alle ferite e alle malattie; gl’inni nelle cerimonie sacre; le magie. Tipi della poesia primitiva: Anfione (ammaestrato nella lira da Mercurio) e Orfeo (Mito, virtú della sua poesia, discesa all’inferno per Euridice, strazio per mano delle donne traci; assunzione in cielo della sua lira; prodigio attribuito al suo simulacro presso Libetra al cominciare della spedizione d’Alessandro.
Pag. 182, v. 522.
Il poeta Arione.
Pag. 182, v. 527 sgg.
* I suoi amori con Giacinto dànno a lui (ciò che, secondo altri, deve dirsi di Orfeo) la turpe fama di aver primo incominciata la Venere maschile (Apollodoro). Delle piú antiche tenzoni, con premio, si nomina quella degl’inni in onor d’Apollo: e primo a vincere cantando fu Crisotemi cretese, dopo lui Filammone, e dopo questo il figliuol suo Tamiri.