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vicende, lib. II e III; Amori e nozze di Didone; abbandonata da lui si uccide; IV. La tempesta caccia Enea in Sicilia ov’è raccolto da Aceste e onora di esequie la tomba di Anchise: si rimette in mare e perde nel viaggio il pilota Palinuro; V. Approda in Italia presso Cuma; consulta la Sibilla, dalla quale è scortato all’Averno, dove Anchise gli mostra le future glorie romane e la famiglia Giulia e Cesare Augusto; VI. Tornato, approda alle bocche del Tevere ed è accolto dal re Latino. Turno, re de’ Rutuli, gli si leva contro per opera di Giunone, e arma contro lui da ogni parte d’Italia; VII. Enea si prepara alla guerra: riceve da Evandro aiuto d’armi sotto il comando del suo figlio Pallante, e da Venere l’armatura; VIII. Intanto Turno lancia il fuoco alle navi dei Troiani, le quali Cibele trasforma in Ninfe; poi assale gli accampamenti, di dove è ributtato e costretto a gettarsi a nuoto nel Tevere; IX. Torna Enea co’ soccorsi ai suoi; attacca i Rutuli; muore per mano di Turno, Pallante; di Enea, Mezenzio e Lauso; X. L’esercito d’Enea sovrasta a Laurento, mentre i Latini tengon consiglio. Turno gli esce nuovamente incontro, occupando i monti, e affidando la cavalleria a Cammillo e a Messapo: morte di Cammilla; XI. Combattimento fra i due eroi, prima per due volte impedito da Giunone. Finalmente, venuti alle mani, e sopraffatto Turno da Enea e già quasi ottenuta a preghiere la vita, scuopre in mal punto la cintura che fu già di Pallante, ed Enea lo uccide. Nella morte di Turno si chiude il poema.

Pag. 34, v. 505.

Nelle grandi feste panatenee che si celebravano in Atene ogni quattro anni in onore di Minerva, dal 25 al 28 del mese Ecatombeone (luglio-agosto) con le corse, i giuochi ginnastici, le prove musicali e poetiche, le donne attiche offrivano alla Dea il croceo manto (πέπλος) su cui erano dipinte o ricamate in porpora od oro le gesta della divinità o dei piú illustri cittadini. Era sospeso a guisa di vela su di una nave munita di ruote, e con solenne processione recato al Partenone.