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di angelo poliziano | 179 |
Alle dolenti sue note canore;
Cerbero a cui terribilmente l’idre
Ondeggiano sul collo, e, orrendo mostro,
“Con tre gole caninamente latra„,465
Còlto fu da stupore; e dello stigio
Subitamente la consorte anch’essa,
Stupita di veder contro lor voglia
L’Eumenidi rigar di pianto il volto,
La sua cara Euridíce al Vate rese;470
Sebbene, ahimé! (dell’inuman decreto
Inflessibil rigor!) non fu concesso
GodèreFonte/commento: ? a lui del conseguito dono.
Ma delle Tracie donne la vendetta
Poi che il giovine, indarno supplicante475
Con dolce canto e con pietosi accenti,
Ebbe qua e là disperso alla campagna,
A brano a brano, furïosamente;
Mentre, ahi! la lira, lugubre sonando,
Tartara, terrificis illum villosa colubris
Tergemini stupuere canis latrantia monstra:
Tum primum et lachrymas, invita per ora cadentes
Eumenidum, stygii conjunx mirata tyranni,295
Indulsit vati Eurydicen; sed muneris usum
Perdidit: heu durae nimia inclementia legis!
At juvenem postquam thressarum injuria matrum,
Frustra suave melos frustra pia verba moventem,
Dispersit totis lacerum furialiter agrisFonte/commento: Barbèra, 1867300
Cum lyra divulsum caput a cervice cruenta
Heu medium veheret resonans lugubre per Hebrum,