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172 | le selve |
Nella notte, cosí, tra’ Licaòni
Con gli oracoli suoi sparse il terrore;
E d’allòr cinti gli Apollinei tripodi
Parlarono fatidiche parole,
Ed echeggiaron ne’ Filesî templi340
Le profezie del coronato Branco,
Di Branco, un dí custode delle gregge,
Al quale Apollo, consentito il bacio,
E dell’amor riconoscente, diede
L’antiveggenza del futuro in dono;345
E per mezzo de’ carmi i suoi responsi
Fauno espresse nottivago ai latini
Duci sdraiati sulle ovine pelli;
E voi pure gli oracoli affidaste,
Triplici Parche, al verso; anzi le antiche350
Sibille anch’esse i vaticinî loro
Nel magico infrenàr cerchio del ritmo:
Amaltèa; di virtú divinatrice
Marpesia, ricca; Erofile, discesav11
Dall’Ida, e Sabbi, sovra l’altre dotta;355
Carmen apollinei tripodes laurusque locutae,
Quaeque coronatum sonnere philesia Branchum,
Pastorem Branchum, tribuit cui, gratus amorum,
Sortilegas voces admissus ad oscula Paean:215
Et sua per carmen ducibus responsa latinis
Noctivagus cecinit, calcato vellere, Faunus.
Vos quoque per carmen, triplices, oracula Parcae,
Vestra datis: quin et veteres prompsere Sibyllae
Carmen, Amalthea, et fati Marpesia dives,220
Herophileque idaea genus, praedoctaque Sabbe,