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di angelo poliziano | 157 |
Fugar potrebbe dall’ignavo mondo
L’infingardía; né soffrirebbe inerte
Che il suo dominio in lento ozio languisse,
Né che nell’indolenza la sua vita70
Frale intristisse. Nondimen per molti
Secoli rude, incolta, nelle fitte
Dell’ignoranza tenebre ravvolta,
Se ne stette degli uomini la stirpe;
Senza costumi, senza legge alcuna75
Si propagavan simili alle belve,
Qua e là vivendo; e l’ingenita forza
Dell’alma, oppressa da gravosa soma,
Rivelata non s’era in opra alcuna;
Nell’alma nulla, nelle membra tutto.80
E non religïon (lice supporlo)
Avean quegl’infelici e non affetti,
Non doveri; a quel popolo discorde
D’amistade i legami erano ignoti;
Posset ab ignavo senium defendere mundo,
Neu lento squallere situ sua regna neque aegram
Segnitia pateretur iners languescere vitam.
Sed longum tamen obscuris immensa tenebris45
Gens rudis atque inculta virûm, sine more sine ulla
Lege propagabant aevum passimque ferino
Degebant homines ritu; visque insita cordi
Mole obsessa gravi, nondum ullos prompserat usus;
Nil animo, duris agitabant cuncta lacertis.50
Nondum relligio miseris (si credere fas est),
Non pietas, non officium; nec foedera discors
Norat amicitiae vulgus; discernere nulli