Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
di angelo poliziano | 139 |
Imita Omero. Saggio piú di lui790
Non è chi la ragion de’ fatti indaghi,
Luoghi e persone, ed usi e congiunture,
L’arte del guerreggiar, gli stessi eventi,
Mentre talvolta agitato prorompe
Il suo dire, or precipita contorto,795
Senza artifizio alcuno ora si svolge,
Ora di varie immagini fiorisce.
Niun ebbe piú soavità d’eloquio,
Niuno piú schietta vigoria di stile,
Od acutezza in penetrar le menti;800
L’indole, a ciaschedun propria, ritrae,
E acconciamente quel parlar, quel fare
Che ad ognun si conviene attribuisce;
Sempre a se stesso ugual, sé non smentisce
Mai; da qual punto muover si convenga,805
Ed a quale arrivare ei non ignora;
E la ricca materia al fren dell’arte
Hunc optato ducem: non causas doctius alter
Personamque locumque inodosque et tempus et arma500
Remque ipsam expediat, dum nime jactantior exit
Nunc contorta ruit nunc se facundia profert
Simplicior, varia nunc floret imagine rerum:
Dulcius eloquium nulli nec apertior unquam
Vis fandi fuit aut quae mentibus acrior instet;505
Indole quemque sua pingit, sua cuique decenter
Attribuit verba et mores; unumque tenorem
Semper amat, meminitque sui, scit et unde moveri
Et quo sit prodire tenus; fusumque gubernat