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di angelo poliziano 135

Novellamente, e Leucotèa pietosa,
E di Corcira gli ospitali seni,720
E l’improvviso tramutarsi in rupe
Della nave sul mare, e l’affrancata
Sua casa alfine e le saette ultrici.

Bene a ragion, pertanto, un doppio lauro
Dell’apollineo glorïoso Vate725
Ricinge il crin; bene a ragion, da terra
Sovra la gemin’ala egli s’invola,
Ed il capo sublima ai firmamenti,
Ai Numi uguale e a Giove stesso, dove
Il livor riottoso alcuna freccia730
Non fia che avventi, ove di lercia invidia
Il reo turbo non spira: illeso e libero
S’aderge egli cosí lungi dal mondo;
Cosí felice ei pienamente gode
Dell’immenso seren, non altrimenti735




Leucotheamque piam; corcyraeosque recessus
Hospitio faciles; subitumque in gurgite montem;455
Assertumque larem tandem, ultricesque sagittas.

Ergo tegunt geminae victricia tempora laurus
Vatis apollinei; geminis ergo arduus alis
Fugit humo, celsumque altis caput intulit astris,
Par superis ipsique Jovi, quo nulla rebellis460
Spicula livor agat, quo nulla aspiret iniquae
Tempestas foeda invidiae: sic eminet extra
Liber et innocuus, toto sic ille sereno