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di angelo poliziano | 112 |
Splendido porge d’eritree conchiglie.
Di Nèreo padre e dell’annosa Dori
Brilla sul volto la letizia. A un tratto305
Riede l’antica grazia, e dolce fiamma
Raggia diffusa su le belle gote;
Va lungi ogni mestizia, e gioie nove
L’insüeta a tentare anima vanno.
Non altrimenti quando a primavera,310
Assaliti dal turbine i rosai
Spoglian de’ rami il rutilante onore,
Fluisce via spirando il divin sangue,
E degli olenti fior muore colpita
La leggiadria con le cadute foglie;315
Ma non sí tosto l’aureo sol sprigiona
Puro il suo raggio, da’ novelli tronchi
Crescono i bocci redivivi, e pompa
Fan le gemme natíe di liete rose.
Donat erythraeis haec plena monilia conchis.190
Laetantur Nereusque pater grandaevaque Doris.
Continuo redit ille decor, suffusaque pulchris
Fax radiat tranquilla genis; procul exsulat omnis
Tristitia, insuetam tentant nova gaudia mentem.
Haud aliter verno cum pulsa rasaria nimbo195
Frondentis rutilum virgae spoliantur honorem,
Defluit espirans dominae cruor, ictaque lapsis
Commoritur foliis halantum gratia florum;
Ast ubi mox clarum jubar aureus exseruit sol,
Augescunt recidiva novis tum germina truncis,200
Laetaque nativas ostentat purpura gemmas.