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84 | le selve |
Onde quali ai connubi e quali ai prati725
Sian dí fausti o nefasti ei non ignora;
E sa quando castrar debbasi il pingue
Capretto; quando chiuder si convenga
Gli armenti dentro gli steccati; quando
Sia il tempo d’apprestare i maritaggi730
E di compirli; in quale giorno il cane
La sua rabbia deponga, e in quale il reo
Malor che fiero gli dilania il petto;
In quale notte a preferenza vada
Errando in volta la malvagia Erinni.735
In designati dí gli alberi ei pota,
Degusta i vini, impone il giogo a’ buoi:
Ed intorno alla regola de’ venti,
Alle piove e al gradevole sereno
L’orto e l’occaso della luna spia:740
Mette mano ai lavori allor che tersa
Brilla nel cielo, ma se poi si corca
Novit enim quota connubiis quota partubus obstet
Aspiretve dies; quota pinguem emasculet hoedum,
Septaque circumdet pecori; quota jungat amanteis,475
Et clandestinos jubeat miscere susurros;
Qua ponat canis hirritum, malesuadaque pectus
Cura nimis laceret; qua tristis oberret Erynnis
Nocte magis. Secat ille suo sibi tempore lignum,
Dolia degustat, subigit juga ferre juvencum.480
De flabris quoque de pluvia dulcique sereno,
Aut lunae occasus aut idem consulit ortus:
Tractat opus, si pura micet; sin atra recedat,