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presa di Rhinsberg (1590) nella seconda. Una terza deca si cita come rimasta inedita, perché la Corte di Spagna ne avrebbe impedita la pubblicazione. L’opera, piú volte ristampata (a Magonza, 1651-1654, a Parma nel 1653) e tradotta in varie lingue1, fu giudicata come una storia di parte, rivolta soprattutto a glorificare i Farnese: e certo l’autore asserisce nella prefazione di aver avuto a sua disposizione importanti documenti di stato, che altrimenti non gli sarebbero stati aperti. Fu anche aspramente criticata: dal Bentivoglio (Memorie, c. V: ed. Daelli, I, 106-113) per i suoi difetti storiografici e per le inutili digressioni; e dallo Scioppio per lo spirito partigiano (Infamia Famiani, Amstelodami, 1663). Ma l’intento precipuo dell’autore era quello, piuttosto, di scrivere un’opera storica «fiorita» e, a suo modo, interessante; in cui le grazie dello stile e l’invenzione dei particolari supplissero alla voluta assenza di riposti insegnamenti politici e al deliberato distacco dai modelli tacitiani e sallustiani (chiaramente espresso, anzi, nella prefazione).

II

Intorno allo Zuccolo c’è, nei vecchi eruditi, qualche confusione. In primo luogo, per effetto di un errore del Tiraboschi2 è accaduto uno sdoppiamento della persona di lui, che è passato anche nei dizionari biografici (per es. in quello del Passigli). A un giureconsulto Ludovico Zuccolo (1559-1668), nato in Santa Croce nel distretto di Carpi, che tenne pubblici uffici in Modena e nella Toscana, attribuisce il Tiraboschi, unica opera, un trattato De ratione status, stampato ad Amburgo nel 1663. Ora, se lo Zuccolo di cui parla il Tiraboschi non scrisse, come pare, altra opera che quel De ratione status, dev’essere tolto dal novero degli scrittori, per-

  1. In italiano da Carlo Papini la prima decade (Roma, Scheus, 1639 e Venezia, 1640) e dal Segneri la seconda (Roma, Corbelletti, 1648); in francese dal p. Du Ryer (Paris, 1650, 2 voll. in-folio; Rouen, 1664, 4 voll. in-12); in ispagnuolo, con la continuazione del p. Dondino, dal p. Melchior de Novar (Colonia, 1692, 3 voll. in-folio; Anversa, 1701, 3 voll. in-8).
  2. Biblioteca modenese, V, 441; VI, 210-11.