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I

FAMIANO STRADA

Una silloge dei piú importanti scrittori di politica e di morale scelti tra i minori del Seicento non poteva a meno di aprirsi con le due prolusiones in cui lo Strada, di fronte al nascente pensiero storico e politico dell’etá moderna, codificava l’antitacitismo del movimento gesuitico.

L’autore, che era nato a Roma nel 1572 ed era stato discepolo di Orazio Tursellino e di Francesco Benci, insegnò retorica per quindici anni nel Collegio Romano della Compagnia di Gesú: e in tale ufficio ebbe a recitare via via le sue Prolusiones academicae, che comparvero riunite in volume, con altri saggi retorici, la prima volta a Roma nel 1617 (in-4; il titolo era, piú esattamente: Prolusiones et paradigmata eloquentiae). Sotto il titolo definitivo, e rivedute dall’autore, le Prolusiones furono poi ristampate nel 1627 a Lione (sumpt. Jacobi Cardon et Petri Cavellat: in-16, pp. 10 + 420 + 33), con ricchi indici delle cose e dei nomi, quali si convenivano a un testo cosí caratteristico della nuova eloquenza gesuitica, concettosa e fiorita e pronta a coprire i suoi vacui con una ricca versatilitá, di cui lo Strada medesimo fu anche tra i primi teorizzatori1.

  1. Vedi la sua Eloquentia bipartita (Gudae, 1654; Coloniae, 1655): con saggi dei diversi stili. E cfr. Belloni, Il Seicento (2ª ed., Milano, Vallardi, 1929); pp. 301, 456, 570, 590-91; Trabalza, La Critica letteraria, II (ivi, 1915). pp. 235, 273; Croce, Storia della etá barocca in Italia (Bari, Laterza, 1929, pp. 442 e 443. Altri saggi oratorii dello Strada, oltre le Prolusiones, sono le Orationes III de Passione Domini (riprodotte in Societatis Jesu orationes, Roma, 1641), l’Oratio in novendiali funere Gregorii XV (Roma, 1613), e l’Oratiuncula qua Urbanum VIII Collegium Romanum invisentem excepit (Wilna, 1624). Cfr. Southwell, Bibliotheca scriptorum Soc. Jesu (Roma, 1676), p. 200. — Una riproduzione, materiale e scorretta, dell’edizione lugdunense delle Prolusiones uscí a Venezia nel 1644.