Pagina:Politici e moralisti del Seicento, 1930 – BEIC 1898115.djvu/218

212 anton giulio brignole sale


governante, ubbidienti e arrendevoli soggiacerebbono, non cosí nelle sedizioni. Dove può trovarsi intrinseca unitade maggior che in esse? Le parti del sedizioso corpo sono l’una all’altra somigliantissime: imperocché, se in una riga di salnitro una favilla sola con un momentaneo lampo dal primier granello avventasi allo estremo, non per altro che per esser tutti di una stessa guisa, la primiera volontá non meno, che nel corpo sedizioso fioca baleni, diviene volontade tutto a un tratto di mille petti, quodque in re tali difficillimum est, prima vox; e in un altro luogo, ma naturalmente addattatissimo a seguitar questo: mox cadem acrius volens (tutto il restante de’ soldati ), faciliore inter malos consensu ad bellum, quam in pace ad concordiam. E certo con grandissima necessitá. Perché? perché lor lega con indissolubil vincolo il timore della stessa pena e la speranza del premio stesso. Vogliono una cosa sola, perché dentro mille petti vive un sol cuore.

Ma, acciocché col suo fortissimo argomento l’unitade non ci stringa però tanto, che non ci rimanga libertá di ammetter anche il numero di altre ragioni a favor nostro, dicamisi per grazia: chi combatte non reggerassi egli tanto meglio contro del nemico, quanto di piú esso nemico avrá perfetta la conoscenza? Certamente sí. Or da chi vien egli meglio conosciuto, dall’esercito nella giornata, o dal sedizioso corpo nella sua rissa? Lo esercito sovente, anzi la maggior parte delle volte, contro popoli combatte, di clima di costume di linguaggio dal suo diversi. Cosí le genti nate sotto la clemenza dell’italiano cielo combatton contro i figli ferocissimi dell’orse cimbriche sotto di un Mario; le schiere tolte alle piacevoli riviere del Sebeto, o ver del Tevere, s’affrontano con gli abbronzati popoli della Numidia sotto le bandiere di uno Africano. I persiani, accostumati dalla lor mollezza a condur sempre in campo Marte unito a Venere sotto di un Dario, fan guerra con le macedoniche falangi, uscite dalle asprissime caverne della Tracia. Quindi qualor hassi a fare con nemico sconosciuto, di cui male puossi saper l’arte, non sapendosi ben la natura, oh quanto fia difiícile lo accorgersi se le sue fughe sian timori od istratagemi,