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198 anton giulio brignole sale


Qui per lo contrario non si scorge fuor che stanze chiuse, vecchi consiglieri, duci togati. Alle raggrottate ciglia, al machinator silenzio, al riposato favellare, alla segretezza tutto appar mestizia e severitá. Invece degli eserciti trascorrono corrieri per le campagne; alle invitte spade, alle magnanime disfide, a’ nobili trionfi sono succedute le ambasciate, le scritture, le legistiche cavillazioni. Nulla v’è di lusinghiero per chi suole diportarsi fra le nobili avventure de’ Primaleoni o degli Amadigi, ma vi è ben di profittevole per chi ama far la mente sua tesoro di senno grande.

Quindi non per altro a mio giudizio porta pregio il Guicciardino sopra il Giovio, sol che questi, qual pittor gentile, de’ soggetti ch’egli ha per le mani colorisce agli occhi altrui con vivacissimi ritratti, senza inviscerarsi, la superficie; quegli per contrario, qual esperto notomista, trascurando anzi dilacerando la vaghezza della pelle, vien con l’acutezza della sua sagacia fino a mostrarci il cuore ed il cervello de’ famosi personaggi ben penetrato.

Ben è vero, che qualora incontra alcun successo, che per l’uno e l’altro titolo, cosí del giovamento come del piacere, abbia grandezza, sí sí il deve il buon istorico raccogliere con sommo affetto, e porre ogni suo studio per donarlo a luce perfettamente. Or, che per cotal riguardo meriti sovrano luogo presso la memoria d’ogni secolo lo aver Nerone vagheggiato e commendato il corpo della madre, fatto da lui stesso uccidere, chi mai può ritrovarsi che il mi disdica?

E in qual tragedia argiva i teschi esangui, presentati al genitore, giá pasciuto con errore infelicissimo del rimanente de’ figliuoli propri, mai rigarono con orridezza, nel suo aspro cosí dilettevole, e con lagrime si dolci nel loro amaro gli occhi e le vene del teatro; o da qual famosa scuola gran maestro insegnò mai sí altamente le maggiori prove di uno estremo vizio, o l’arti mostruosissime di un re tiranno, come nel racconto di si fatto avvenimento avrebbe avuto largo campo di operare sagace ingegno?

Il poeta in ciò s’avanza sullo storico, che le cose ch’egli