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della ragion di stato - iii 113


e che porterebbe la rovina alla republica. Livio notò che le discordie degli ordini sono il vero veleno delle republiche; in maniera tale, che Aristotele nel quinto della Politica al capo sesto dell’oligarchia, o governo de’ pochi, o nobili o ricchi, disse: se tal governo sará unito, e saravvi concordia tra loro, non rovinerassi da sé facilmente, e per cause interne: che sará adunque nel governo degli ottimati? Onde nella republica romana per questa causa Fabio e Tiberio Gracco reemessero gli odii e si conciliarono in amicizia per il beneficio publico. Anzi se per caso si scorgerá esser nate fazioni per inimicizie tra i primi della republica o cittá, si deve procurare di levarle, ma vi bisogna usare grand’arte e prudenza politica. Conciosia che se a ciò non si provvede levando questa emulazione e concorrenza, scoppia finalmente e fa che l’uno di loro vincendo, per la vittoria potente e incamminato al dominare, occupa l’imperio e solo procura di signoreggiare: in tal caso si riduce la republica che, come dice Tacito, acciò vi sia pace sia bene che tutta la potestá si sia d’un solo. Sará forsi vera la sentenza di Catone, non nella cittá metropoli, né fra quelli che fanno il corpo de’ dominanti, ma nelle cittá suddite, dove sia popolo bellicoso e uomini principali di grande spirito: che se colá nasceranno tra’ principali inimicizie, se bene non si devono fomentare, acciò in due parti e fazioni diviso il popolo non metta in rovina tutta la cittá; non sará però espediente, né sará in tutto buona ragion di stato il conciliargli in maniera, che possino macchinare ribellione, ma doveranno sequestrarsi in casa, e con sicurtá procurare che non si offendano: lasciandovi qualche sospizione sempre, che con la diffidanza non li lascierá unire a danni della republica; anzi, e l’una e l’altra sempre sospettosa anderá osservando gli andamenti suoi, e per mostrarsi fedeli alla republica dominante, sempre nelle cose sospettose avviseranno.

A frenare ancora la soverchia potenza d’alcuno, e impedire i progressi che potrebbe fare in danno della republica, la segreta difesa che usarono gli edui, descritta da Cesare ne’ suoi comentari, mi pare degna di essere qui aggiunta: che due di