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mani, quasi temesse che gli occulti e tremendi pensieri che lo agitavano volessero scoppiare dal suo cervello. In questi istanti gli si schierarono in orribile prospettiva tutte le vicende che gli accaddero dopo che avea conosciuto Lord Rutwen, e segnatamente medito sul di lui risorgimento; sul pugnale, e sul giuramento che aveagli prestato. Alfine si scosse: la ragione riacquistò il suo impero, e cominciò a riflettere, che era impossibile che gli estinti ricomparissero sulla terra, e provossi di credere che il sembiante che tanto lo avea atterrito non fosse stato che un fantasma della sua immaginazione, sempre occupata da questo singolare personaggio. Persuaso adunque della sua illusione, si decise di ridonarsi alla Società, perchè quantunque in tutti i giorni che trascorse nella solitudine, ei tentasse di chiedere nuove di Lord Rutwen, il di lui nome rimaneagli errante sul labbro senza poterlo mai pronunziare. Poche notti appresso si condusse in compagnia della sorella alla conversazione d’un suo prossimo parente, ed affidandola ad una rispettabile matrona, Aubrey ritirossi in una piccola stanza solitaria, onde poter a sua agio abbandonarsi a suoi tetri pensieri,