sero a tutti i paesi celebri per illustri memorie, e quantunque s’occupassero a cercare sempre nuovi oggetti d’ammirazione, pure sembrava che non curassero ciò che sì ansiosamente aveano cercato. In queste gite essi udirono di sovente parlare di assassini, ma a poco a poco cominciarono a dispregiare tali voci, che credettero fossero sparse ad arte, onde eccitare la loro generosità verso quegli abitanti, che chiamavano a difenderli dai minacciati perigli. Trascurando però questi avvertimenti un giorno dieronsi a viaggiare colla scorta di poche guardie, più allo scopo che servissero loro di guida che di difesa; ma impegnandosi nell’angusta gola d’un monte, al di cui fondo scorgevasi l’alveo d’un fiume, ove giacevano enormi roccie divelte dalle coste delle montagne vicine, essi ebbero motivo di pentirsi della loro temerità. Appena tutta la comitiva erasi inoltrata nel difficile passaggio, furono sorpresi dal fischio di varie palle quasi striscianti sulle loro teste, e dall’eccheggiato rimbombo di molte scariche di fucile. Tosto le guardie li abbandonarono cercando rifugio dietro una rupe, donde cominciarono a volgere i loro colpi verso il luogo da cui erano