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di foglie inaridite ed arbusti, da cui era ricoverta. Scese dal cavallo, ed avvicinossi ad essa, sperando d’incontrarsi in qualcuno che lo scortasse alla città, o almeno gli concedesse un’asilo per ricovrarsi finchè la burrasca fosse acquetata. Quando fu presso alla soglia il rumoreggiare del tuono si tacque un istante, ed Aubrey udì allora le grida disperate d’una donna, miste ad uno scherno esultante e feroce, manifestato con iscrosci non interrotti di riso. Rimase al primo istante stordito, ma scosso dal fragore del tuono che di nuovo ruotolò sul suo capo, scagliossi con uno sforzo subitaneo contro la porta della capanna, e l’atterrò. Allora smarrissi nella più profonda tenebrìa, e le grida sole serviano di scorta a’ suoi passi. Sembrava però che veruno si fosse avveduto della sua presenza, poichè ad onta ch’egli chiamasse altamente soccorso, il lamento continuava senza che nessuno si curasse di dargli risposta. S’accorse nullameno d’essere presso d’un uomo ch’ei tentò subitamente di arrestare, e nell’istesso istante una voce gridò. Sarò io di nuovo deluso? Successe a questo un novello scroscio di riso, ed Aubrey sentissi afferrare d’una mano che sembrava dotata di