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no avea uditi dalla sua nutrice. Ricordava tra gli altri la storia di un Vampiro che avea per molt’anni vissuto fra gli amici, e fra i più cari congiunti forzato ogn’anno a succhiare il sangue di un’amabil fanciulla, per protrarre la di lui sciagurata esistenza. Jante citava anco il nome di alcuni vecchj che aveano scoperto un Vampiro esistente tra essi, dopo che molti de’ loro figli, e dei loro più prossimi parenti erano rimasti vittime della sua diabolica fame. L’importanza, e la fede manifesta ch’essa accordava a tali racconti eccitavano l’interesse di Aubrey che si empiva di raccapricio, benchè tentasse di ridersi di questi assurdi, ed orribili sogni. Ma allorchè ei facea sembiante di resistere a tutte le prove che gli adduceva, per convincerlo, essa lo scongiurava a prestar fede ai Suoi racconti; poichè era stato osservato, che coloro che aveano osato metter in dubbio il potere dei Vampiri, venivano assoggettati ad una tale prova che gli obbligava fra lo spavento, ed il dolore a confessarne la loro esistenza. Richiamando poi tutte le tradizioni sussistenti sulla comparsa di questi mostri si esaltava l’orrore d’Aubrey, nel riconoscere un’esatta rassomiglianza col carat-