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del gatta che si trastulla col topo agonizzante.

Perciò in ogni città gl’incauti, che concorsero a’ ridotti, a cui egli era intervenuto, veniano da lui abbandonati nello stato il più rovinoso, talvolta maladicendo nella solitudine d’una prigione il destino che gli avea posti a fronte d’un tale demonio. Molti padri sedeano frenetici in mezzo de’ loro figli affamati che imploravano col sembiante emaciato dall’inedia l’usato alimento, senza che a prò di questi sciagurati fosse avanzata della loro immensa ricchezza tanto da provvedersi un tozzo di pane. Pure Lord Rutwen non facea tesoro de’ favori della fortuna, che anzi lasciava ai barattieri che aveano cagionato la rovina di molte famiglie, sino l’ultimo soldo ch’egli avea con tanta gioja strappato dalla mano convulsa d’un onesto ma sciagurato giuocatore. Aubrey però attribuiva questa crudele fatalità all’esperienza del suo compagno, che quantunque lo rendesse atto a vincere sicuramente i meno destri, non bastava però a difenderlo contro le male arti de’ fraudolenti giocatori. Però nutria un vivo desiderio d’avvertire il suo amico di quest’infortunio, e di pregarlo perciò di astenersi dal por-