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facezie | 87 |
ambasciatori fiorentini se ti piaceva; e questo dicemmo da sciocchi e da ignoranti, perchè, piacciati o dispiacciati, noi siamo fiorentini, cittadini e ambasciatori.” Il Duca, che era uomo molto severo, rise della stolta cura di costoro e disse loro ch’egli aveva piacere, perchè essi erano appunto ciò che e’ li credeva.
CXXVI
Detto faceto di un certo Gian Pietro da Siena
Gian Pietro, cittadino di Siena, uomo gioviale e faceto, venne una volta in Roma invitato a bere da Bartolommeo de’ Bardi; eravamo là in molti, e si scherzava su l’uomo e si beveva, e mentre, com’è d’uso, avevamo tutti, prima di bere, mangiato un boccone di pane, egli solo teneva il pane in mano. Gli chiedemmo perchè non mangiasse, ed egli, ridendo, rispose: “Il tuo pane, Bartolommeo, è riverente ed educato; per quanto l’abbia io molte volte avvicinato alla bocca, egli a niun patto vuol entrar prima del vino.” Ridemmo tutti del detto faceto di costui, che credeva che il cibo non dovesse andar sempre innanzi alla bevanda, specialmente quando si ha sete.
CXXVII
D’un uomo che aveva comprata una veste
di gran prezzo alla moglie.
Un tale lamentavasi con la moglie, alla quale aveva comprata una veste di gran prezzo, perchè egli non si serviva del matrimonio che non gli costasse un ducato almeno. E la moglie a lui: “Questo, disse, avviene per colpa tua. O perchè non te ne servi tanto spesso che non ti venga a costar più di un soldo?