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Ella, che non sapeva del consiglio del medico, e poichè per la debolezza avea molestissima la cosa, e meravigliata della novità del caso: “Che fai tu, disse, amico mio? mi ucciderai.” Sta’ zitta, rispose l’uomo chè questa, a parer del medico, è la migliore medicina per il tuo male, perchè in questo modo ne sarai libera e restituita a sanità.” E non s’ingannò, perchè avendo egli ripetuto quattro volte la cosa, il giorno dopo cessò affatto la febbre. Così l’inganno del medico fu cagion di salute.


CXI

Di un uomo che giacque con la moglie malata

che dopo guarì.


Una cosa simile avvenne a Valenza, siccome disse un mio concittadino. Narrò che una donna assai giovane era stata sposata ad un notaio, e che dopo qualche tempo cadde gravemente malata in modo che tutti credevano che ne morisse; e già i medici l’avevano spacciata, e la ragazza, perduta la favella e chiusi gli occhi, inanimata omai, sembrava morta. Doleasi il marito che gli venisse così presto tolta la moglie, della quale più volte si era servito, e che egli, come è naturale, amava molto; e pensò di giacer seco prima che morisse. Allontanò gli astanti, non so per quale pretesto di cosa segreta che aveva a fare, e fece l’officio suo. La donna tosto, come se il marito le avesse infusa nuova vita, riprese i sensi, e dischiusi gli occhi, prese a parlare e con voce sommessa a chiamare il marito. Il quale, avendole chiesto che cosa volesse, le diè a bere, e quando dopo ebbe anche mangiato, risanò. E ne fu cagione la funzione matrimoniale; esempio questo che mostra come di molte malattie delle donne quella sia la miglior medicina.