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rante; a lui andarono un giorno due che avevano lite per ragion di denaro: il primo, che si diceva creditore, affermava che l’altro gli doveva il denaro per ragioni privateFonte/commento: ed. 1884: provate; ed. 1885: private; lat. certis ex causis, e il podestà, poichè l’ebbe udito, disse rivolto verso il debitore: “Tu ti comporti male, perchè non restituisci ciò che devi.” Ma poichè l’altro negava di dover qualche cosa, perchè ei l’avea già pagato, rimproverò il creditore di chiedere ciò che non doveva avere; e questo di nuovo sostenne la sua causa, e mostrò le ragioni del credito, e il podestà si scagliò contro al debitore di nuovo, perchè negasse una cosa che era tanto palese; e questi ripetè con nuovi argomenti che il debito era stato pagato, e un’altra volta il podestà rimbrottò il creditore che voleva due volte il suo avere. E così dopo essersi mutato molte volte alle parole di ognuno: “Ambedue le parti, disse, han ragione: ognuno di voi ha vinto ed ha perduto. Ora, se vi piace, andate.” E tenne così giudizio, senza discutere e decidere alcuna cosa. Questa storia si raccontò fra noi a proposito di un tale di nostra conoscenza che mutava spesso di opinione nello stesso argomento.


CX

Di un medico ignorante che dall’esame dell’urina

disse che una donna aveva bisogno del marito.


Era presso noi una donna che aveva nome Giovanna, e che io ho conosciuta, e trovavasi malata. Il medico, che era astuto quanto ignorante, chiese, per curarne la malattia, che gli mostrassero l’urina; e questa la figlia giovinetta e ancor nubile ebbe cura di conservare, come è costume; ma questa dimenticandosi mostrò l’urina sua al medico, invece di quella della malata. Subito il medico disse che la donna aveva bisogno del marito; e quando ciò fu detto al marito, dopo essersi riempito bene lo stomaco alla cena, andò in letto con la moglie.