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XCII

D’una meretrice mendicante.


Si era raccontata questa storia in compagnia di amici, quando uno di questi disse: — È un caso simile a quello di una meretrice vecchia, e ne aggiunse il nome, che omai decrepita chiedeva l’elemosina, dicendo: “Fate la carità ad una donna che lasciò il peccato e il mestier di puttana.” Un uomo ragguardevole le chiese un dì perchè mendicasse: “Che cosa volete ch’io faccia? nessuno mi vuol più, rispose.” E l’uomo le disse: “È dunque per necessità, non per volontà tua, che hai lasciato il peccato; perchè ora non avresti più maniera di commetterne.” —


XCIII

Di un dottore e d’un ignorante.


Il Pontefice Martino era una volta co’ suoi segretari e versava in argomenti giocondi il discorso, quando egli narrò come vi fosse un dottore di Bologna, il quale, avendo chiesto qualche cosa con troppa insistenza al legato, questi lo trattò da matto: “E quando, disse il dottore udito ciò, avete voi conosciuto ch’io sia matto?” “In questo momento,” rispose il legato. “E voi non pensate bene, rispose l’altro, poichè io lo ero quando vi feci dottor nelle leggi civili, essendo voi di esse ignorante.” Il legato era dottore, ma bensì poco dotto, e quello con queste parole gli mostrò l’ignoranza sua.


XCIV

Detto del Vescovo di Aletto.


Un altro, credo che fosse il Vescovo di Aletto, riportò il detto di un Romano: “Un cardinale di Napoli, uomo sciocco ed ignorante, un giorno che egli era stato dal